venerdì 23 novembre 2007

NO MORE NAGASAKI, relazione della Borsista degli Ambasciatrori della RF YURI YOSHIKAWA


Buona sera Signor Presidente. Buona sera Signori Rotariani, gentili Signore e Signori ospiti, Amici Rotaractiani. Sono Yuri Yoshikawa
Sono molto lieta che finalmente vi posso presentare la mia Patria, il Giappone, la mia città, Nagasaki, ed anche me stessa. Come già sapete, sono venuta dal Giappone per studiare canto presso il Conservatorio di Latina, grazie ad una “Borsa di studio degli Ambasciatori del Rotary”. La mia famiglia è formata dai miei genitori, due sorelle che si chiamano Yuka e Yuki, due nonne, e……due cani. Il prefisso YU nei nostri nomi significa AMICIZIA. Sono nata a Nagasaki dove risiede la mia famiglia. Vivo a Tokio con le mie sorelle che studiano. Sono soprano leggero e mi sono laureata in canto presso la National University of Fine Arts and Music di Tokio. A Latina frequento il biennio per la laurea specialistica. Avete ascoltato l’inno nazionale giapponese, a differenza di quello italiano, è malinconico. Si chiama “Kimi ga yo”. Kimi indica l’Imperatore. Il testo originale è una poesia giapponese che si trova in una raccolta di opere poetiche, scritta agli inizi del decimo secolo. E’ una preghiera affinché il regno dell’Imperatore possa continuare per sempre. “Giappone” significa “il Paese da cui sorge il sole” (il Sol Levante). Per questo nella nostra bandiera c’è un cerchio rosso su sfondo bianco. Il simbolo del sole. In base alla Costituzione giapponese emanata nel 1946, l’Imperatore viene definito “simbolo del Giappone e di tutto il popolo giapponese” e non ha alcun potere di governo del Paese. Praticamente la politica giapponese è basata su un sistema democratico parlamentare e il Parlamento è costituito dalla Camera dei Rappresentanti e dalla Camera del Consiglieri. La superficie complessiva del territorio giapponese è di 378mila kilometri quadrati e la popolazione giapponese sta per raggiungere i 128 milioni di persone.
Noi giapponesi abbiamo molta sensibilità per l’alternarsi delle 4 stagioni. Per esempio alla primavera siamo estasiati dai ciliegi in fiore; in estate cerchiamo il fresco nel Fu-rin una campanella di vetro che tintinna al vento; le notti dell’autunno sono ideali per l’otsuki-mi che vuol dire “ammirare la luna” e in inverno vedendo gli alberi senza foglie si capisce che la vanità ha fine. Nella haiku che è una composizione poetica giapponese si inserisce sempre una parola che esprime una stagione. Adesso parliamo di Nagasaki. La Provincia di Nagasaki è situata ad ovest del Giappone, contiene 971 isole, e ha 1.500.000 (1 milione e 500 mila) abitanti.
La mia città, il Comune di Nagasaki, è capoluogo di provincia. Ha una popolazione di 450.000 (quattrocento cinquanta mila) abitanti. Poiché dà sul mare nacque come quartiere portuale, soprattutto dopo che fu aperto al commercio con il Portogallo nel 1571, quando il Giappone era ancora la società di Samurai. Successivamente durante il periodo feudale dei Tokugawa, e con la chiusura del paese attuata dal capo politico militare Tokugawa, Nagasaki per 200 anni è stato l'unico porto aperto ai contatti con l’estero, limitati però a Olanda e Cina. In quel periodo si sono diffusi in Nagasaki l'arte, i cibi, i vestiti, la medicina e le cosidette culture occidentali ed anche cinesi che hanno profondamente influenzato la cultura di Nagasaki. Tali culture sono presenti ancora oggi. Per questo la mia città viene chiamata “Piccola Roma”.
In quel periodo il generale Tokugawa fece abitare commercianti portoghesi e olandesi in una isola artificiale a forma di ventaglio creata appositamente per abitarvi. Questa isola si chiama Dejima ed è il simbolo nella bandiera del nostro Rotary Club Nagasaki. Da questa isola, cioè da Nagasaki, le culture estere si sono diffuse in tutto il Giappone.
Se non ci fosse stata questa storia non sarebbe esistita la grande opera di Giacomo Puccini “Madama Butterfly” che è ambientata a Nagasaki. Parlando di Nagasaki, è inevitabile che si parli della bomba atomica nella seconda guerra mondiale. Come conoscete voi, Hiroshima e Nagasaki sono le uniche città in cui è stata usata la bomba atomica durante la guerra.
Il 9 agosto nel 1945, alle undici e due minuti, in un attimo Nagasaki si tramutò nell’inferno. Si presume che l’ esplosione provocò subito 60.000 feriti e 35.000 morti. Entro la fine del 1945 le vittime raggiunsero 75.000 feriti e più di 74.000 morti. La bomba atomica di Nagasaki si chiamava “Fat-man”, esplose a 500 m. di quota sopra la città e solo dopo neanche un secondo è divenuta una enorme massa di fuoco con una temperatura come il sole di 10000 gradi. La potenza di questa bomba al plutonio era più energica di quella all’uranio caduta su Hiroshima. La configurazione a cono della città ha impedito che la rovina si estendesse. A seguito dell’esplosione la velocità del vento ha superato quella del suono.Le tragiche conseguenze dell’esplosione sono state provocate da 3 motivi: i raggi termici, lo spostamento d’aria, e la radioattività. A causa di raggi termici la pelle si è bruciata. Le cicatrici provocate da bruciatura si sono riprodotte e diventate “cheloidi” molto sporgenti. Dopo il primo spostamento d’aria verso l’esterno, c’è stato un secondo spostamento in direzione opposta in seguito alla discesa del pressione atmosferica nel punto centrale. Gli edifici sono crollati.. La mancanza di pressione sui corpi umani ha provocato la fuoriuscita delle viscere e persino degli occhi dalla propria sede.
E per ultimo la “radioattività”. Fino a 1 chilometro dal punto di caduta della bomba tutte le persone hanno perso la vita. Per le radiazioni si sono contagiate e sono morte persone che si erano affollate per i soccorsi o per cercare la propria famiglia anche nei giorni successivi e non avevano saputo della esistenza della “bomba atomica”. Si è verificato anche contagio prenatale. Anche se a prima vista sembrava di essere sani e salvi, col tempo si verificavano lesioni, come alopecia, anemia, emorragia, leucopenia ecc. A queste facevano seguito leucemia, tumori maligni, sviluppo difettoso. Le persone che avevano malformazioni e mutilazioni dovevano affrontare gli occhi della gente. Alcuni hanno sofferto del distacco della gente a causa del cattivo odore delle ferite suppurative. Per questo si sono verificati tanti suicidi di persone che si tormentavano pensando alla propria situazione. LA BOMBA ATOMICA HA AVUTO CONSEGUENZE NON SOLO SUL CORPO MA ANCHE PSICHICHE.
Questa arma invisibile ha causato vittime fino a oggi. Ancora non si sa se i danni provocati dalla bomba atomica si trasmetteranno alle future generazioni. In ogni caso io sono alla terza generazione. Da quel giorno, sono passati più di 60 anni e Nagasaki ha ripreso allegria. Noi non vogliamo ricordare più quell’avvenimento, ma non è possibile. Per questo motivo ci appelliamo all’abolizione di arma nucleare. Nel Museo di bomba atomica e nella città sono conservati le rovine che raccontano la verità. Recentemente è stato fondato “Il Memoriale Nazionale della Pace per le Vittime della Bomba Atomica” di Nagasaki” per ricordare coloro che morirono a causa dell’esplosione e pregare affinchè la pace regni nel mondo e raccogliere e conservare le memorie affinchè le nuove generazioni non si dimentichino della tragedia dell’esplosione.
Sul livello superiore dell’edificio è stata scolpita una vasca che contiene acqua, così disperatamente desiderata dalle vittime subito dopo l’esplosione. Di notte circa 70.000 lumini a fibre ottiche vengono tuttora accesi in segno di lutto.
La “generazione bruciata”, ormai di età avanzata, ha paura che questa tragedia venga dimenticata e che in futuro possa ripetersi lo stesso peccato. Così, a dispetto dei “senza voglia” vengono svolte attività, anche nelle scuole, per tramandare questa esperienza agli altri, sopratutto alle giovani generazioni. Ogni anno il 6 agosto a Hiroshima e il 9 agosto a Nagasaki si tiene una cerimonia di preghiera per la pace. Desideriamo rendere omaggio dal profondo del cuore alla memoria delle vittime. Nello stesso momento protestiamo verso il mondo contro arma nucleare. Il governo giapponese lancia “i tre principi antinucleari” come la rinuncia del Giappone a produrre, possedere o introdurre nel suolo nazionale armamenti nucleari.
Dovrei dirvi una cosa. Sicuramente il nostro atteggiamento non è negativo, cioè non vogliamo un rancore oppure una rappresaglia. Assolutamente no. Desideriamo soltanto che nessuno sia più ferito da arma nucleare, lanciando lo slogan “NO MORE NAGASAKI”.
11 anni fa Corte Internazionale di Giustizia ha ammonito il mondo per l’abolizione delle armi nucleari indicando che la minaccia e l’impiego delle armi nucleari sono infrazioni del diritto internazionale. 7 anni fa presso ONU le potenze nucleari si sono impegnate non solo di impedire la proliferazione delle armi nucleari ma anche per la loro abolizione. In realtà purtroppo esistono circa ben 30,000 armi nucleari nel mondo che minacciano la nostra pace. Il sistema mondiale antinucleare è in una situazione critica. Perchè loro hanno bisogno di nucleare? Per difensiva? Secondo me no. Solo per propria potenza. Tanto per cominciare che cosa ci porta una guerra? Non calma, nè sereno nè pace e ce lo dimostra la storia. Io sono convinta che il mondo denuclearizzato sia possibile. Sono una ragazza senza potere e senza posizioni di comando. Però grazie al Rotary che mi ha dato la possibilità di studiare, potrò girare il mondo per la mia professione.
Quale “Ambasciatore del Rotary” sarò quindi impegnata a diffondere i suoi ideali : pervenire alla comprensione fra i popoli ed alla pace. Se i popoli non si incontrano, non si parlano e non si comprendono non può esserci pace. Essendo di Nagasaki darò il mio piccolo contributo alla pace con il motto “NO MORE NAGASAKI”

Grazie.

Nessun commento: