Diventare, essere e rimanere Rotariano
Sono stato invitato ad esporre qualche mia riflessione sul come diventare ed essere e rimanere Rotariani. Invito che ho accolto con molto piacere perché mi permette anche di tentare una mia interpretazione del tema del Presidente Internazionale 2007-08, Wilkinson: Condividere il Rotary, ovvero essere dei veri Rotariani.
Diventare Rotariani
Qualcuno, una volta, mi ha posto la domanda: Rotariani si nasce o si diventa?
Beh…certamente non si nasce…...su 6,3 miliardi di esseri umani, solo 1,250 milioni – ovvero lo 0,02% - sono rotariani: sarebbero veramente dei super eletti, degli unti del Signore…no, diciamo che Rotariani si può diventare con un minimo di predisposizione.
Noi tutti abbiamo cominciato o cominciamo la nostra carriera di Rotariano come quelli che io, con un neologismo, chiamo i “Rotarabili”.
Il “Rotarabile” è quel HOMO SAPIENS ERECTUS VULGARIS, possibile futuro Rotariano, di solito profano in materia rotariana, che è in inconsapevole attesa di essere scoperto. Dopo essere stato avvicinato, lo si informa molto brevemente e superficialmente sul Rotary ma con il solo scopo di convincerlo e di abbattere le sue ultime naturali resistenze, per cui, soprattutto, lo si tranquillizza sugli impegni che lo aspettano, sull’obbligo di presenza e sugli altri doveri, e si fa leva sui possibili vantaggi, magari professionali, che gliene potrebbero derivare..
Raramente il “Rotarabile” è uno che ha chiesto lui di poter entrare nel Rotary: spesso è un parente o un amico di un Rotariano, perciò del Rotary conosce solo il sentito dire.
Nella maggior parte dei casi vede il Rotary come una loggia di maturi personaggi influenti, che si riuniscono per parlare di affari e di politica, alla quale è comunque prestigioso e utile poter far parte. In realtà, l’unico, reale e determinante criterio di scelta dovrebbe essere la sua rispettabilità, la sua reputazione personale e professionale, la buona immagine pubblica che gode nel settore di sua competenza e nella sua specializzazione.
Poi, un bel giorno, dopo tutti i passaggi statutari prescritti, è ammesso a far parte del Club.
Dopo le reciproche accettazioni, dopo aver fissato la data dell’ammissione ufficiale…arriva il momento magico: durante una riunione statutaria del Club, il “Rotarabile” - con la solenne appuntatura della rotellina rotariana sul bavero della sua giacca – viene battezzato e diventa
“HOMO SAPIENS ERECTUS ROTARIENSIS”
Ma, in realtà, che cosa è concretamente cambiato, che cosa sa ora, più di prima, il neo Rotariano?
- sul Club,
- sul Distretto,
- e, più ancora, sul Rotary International?
Ben poco e, nella maggior parte dei casi pressoché nulla!
Essere Rotariani
Per potersi nuovamente trasformare, ma questa volta da semplice socio di un Club a vero Rotariano egli dovrà davvero e subito essere formato e informato e lui stesso dovrà farsi un dovere di formarsi e informarsi perché ora fa parte di un grande alveare nel quale anche lui dovrà darsi da fare…azioni, progetti, futuro membro e presidente di commissioni, futuro tesoriere, futuro segretario, futuro presidente di Club…ecc,
Nessuno deve sentirsi tenuto ad accettare l’invito a diventare Rotariano…ma prima di accogliere l’invito bisogna rendersi ben conto delle implicazioni che una simile scelta comporta…dopo di che si può decidere con consapevolezza.
Come prima cosa, il neo Rotariano dovrà rivedere tutte le immagini distorte sul Rotary che si é portato dietro prima di entrare e chiedersi, ma, in realtà, il vero Rotary che cos’è?
I Rotariani, infatti, devono assolutamente conoscere a fondo il Rotary - quello che c’é tra loro e attorno a loro. È il primo dovere per tutti: conoscere e far conoscere ciò che realmente siamo e facciamo! Un buon Rotariano deve saper collocare correttamente il Rotary nel suo ben definito spazio culturale e sociale. Da un lato ci sono le associazioni e le istituzioni umanitarie o culturali nazionali o mondiali che hanno funzioni importantissime e ben precise, come il WWF, Amnesty International, la Croce Rossa Internazionale, l'UNICEF, ecc.
Dall'altro c’è tutta l’infinita collana di circoli bianchi, rossi, gialli e verdi, sparsi su tutto il pianeta che, con diverse modalità, assolvono egregiamente compiti di beneficenza, di formazione culturale, di aggregazione sociale. Il Rotary non appartiene né all'uno né all'altro di questi gruppi e, tuttavia, nel Rotary c’è anche un po’ di tutto questo. Il Rotary non raccoglie soldi per distribuire soldi. Il Rotary è, in primo luogo, Progetti, perché dispone di un altissimo patrimonio di competenze professionali. Il Rotary è un Club di servizio internazionale costruito su uno schema di cultura occidentale e su una concezione politica, economica, professionale e confessionale Libera, ma attenta all'interesse collettivo e quindi anche Sociale e promotrice dell'uguaglianza dei diritti e dei doveri dell'uomo e, perciò, Democratica. I Club non hanno risorse economiche particolarmente elevate, ma sono ricchissimi di risorse umane con un elevato tasso di competenze e conoscenze professionali e un elevato potenziale di capacità di servizio. L’effetto di aggregazione - sotto il marchio Rotary - moltiplica queste risorse individuali, trasformandole in risorse di gruppo che si diffondono sull’intero pianeta.
Diventare Rotariani significa diventare cittadino del mondo.
Siccome l’impegno rotariano è volto a favorire il miglioramento della qualità di vita nel mondo, ogni azione del Club, piccola o grande che sia, è un rivolo d’acqua che va ad alimentare il mare della solidarietà ed è un passo in avanti verso un mondo migliore.
Le fonti d’energia vitali del Rotary sono la perseveranza e la tenacia, caratteristiche del motore rotariano e meccanismo con effetto moltiplicatore, grazie al nostro numero e alla nostra ubiquità: effetto moltiplicatore che ha consentito e consente – soprattutto attraverso la NOSTRA Fondazione Rotary - di condurre a felice compimento molti importanti e ambiziosi sogni planetari (pensiamo a PolioPlus!). Il Rotary esiste solo se c’é azione e i Club esistono solo se agiscono.
Ricordo l’affermazione di Paul Harris:
“Ciò che il Rotary riuscirà a compiere è la misura del nostro impegno”
Un Rotariano è veramente tale se ha nel suo DNA, l’ideale del servire o, meglio, come io preferisco dire, il privilegio del servire.
- Servire nel proprio ambiente
-Servire nel resto del mondo
L’ideale del servire, formula chiave degli scopi del Rotary, si manifesta attraverso uno spontaneo atteggiamento premuroso e una disponibilità permanente del Rotariano.
Un grande Presidente Internazionale, mi insegnò, alcuni anni fa, che nel Rotary si può dire di NO una sola volta: quando si è richiesti di farne parte…poi non è più consentito…ad ogni sollecitazione si deve rispondere “PRESENTE”.
È questa la predisposizione per diventare Rotariani cui ho accennato all’inizio.
Essere Rotariani significa, però ovviamente anche dei doveri, che inevitabilmente si accompagnano a delle responsabilità, come quella di
- assumere cariche, compiti e incarichi
- contribuire a individuare nuovi soci di qualità.
- partecipare assiduamente alle riunioni settimanali per integrarsi nel Club, per ampliare le proprie conoscenze sul Rotary, per coltivare l’amicizia.
- partecipare anche alle riunioni distrettuali e a quelle del RI, che consentono di allargare la propria rete di amicizie, di conoscere più da vicino il Rotary, di confrontarsi con Rotariani di altre regioni, di respirare l’aria d’internazionalità del Rotary.
Certo! Tutto il tempo consacrato al Rotary è tempo sottratto alla famiglia, alla vita privata e, talvolta anche a quella professionale. É, quindi, molto importante che i familiari condividano il Rotary, che siano coinvolti nella vita del Club, che ne respirino l’aria, che ne diventino complici, in modo che il Rotary diventi così, poco a poco, un po’un affare di famiglia.
Diventare Rotariani è un investimento da condividere con la famiglia.
Anche la moglie, rispettivamente il marito, dei deve potersi sentire un po’ Rotariano.
Il Rotary è internazionale, lo sappiamo tutti, è scritto sul distintivo che portiamo al bavero….ma come e perché lo é?
Molti Rotariani sono abbarbicati al loro Club come un’ostrica alla roccia. Il loro cuore non si dilata oltre le dimensioni di questo Club, ciò è molto riduttivo e autopunitivo. Per contro ci sono molti Rotariani che si spostano e vanno ad assaporare negli altri Club la gratificante sensazione che si prova come Rotariano a sentirsi a casa propria dovunque. Ma il Rotary è internazionale anche – anzi direi soprattutto - perché nella sua percezione le nazioni svaniscono a vantaggio dei continenti e i continenti a vantaggio dell’universalità e perché con la sua azione anticipa i tempi, purtroppo ancora non molto vicini, di un’umanità più unita. Il Rotariano deve percepire che insieme con i Rotariani che lo hanno preceduto e con quelli che seguiranno sta forgiando lo strumento che potrà contribuire a instaurare un mondo migliore, dove tutti possano vivere con dignità. C’è un aspetto del Rotary che a me impressiona e affascina sempre in modo particolare e che si percepisce, soprattutto, partecipando ai grandi Convegni internazionali (forse ve ne avevo già accennato in altra occasione): il Rotary è un capolavoro di equilibri. È riuscito, infatti, a creare un’impostazione, un linguaggio, una scala di valori condivisi da tutti i credi: induisti, scintoisti, taoisti, mussulmani, cattolici, anglicani, protestanti, mormoni, ortodossi, buddisti, animisti e atei e condivisi da tutte le etnie e da tutti i popoli liberi del pianeta. Da nord a sud e da oriente a occidente. [sono ancora solo 9 i Paesi senza Rotary: Cina (per ora solo a Hong Kong), Corea del nord, Cuba, Iraq, Iran, Laos, Libia, Somalia, Vietnam]. Per Cina e Cuba si sta lavorando per riuscire a far penetrare il Rotary. È sorprendente e, nel contempo, affascinante e intrigante vedere come tutte queste apparentemente insanabili “differenze” riescano a condividerne i valori, gli obiettivi e le visioni; come sia relativamente facile trovare una piattaforma comune di dialogo e di reciproco rispetto. Il Rotariano è, per sua natura, uomo d’azione, ma conosce anche il valore e la necessità di avere delle visioni, sa che l’esempio non è il modo migliore per trascinare gli altri, ma l’unico e sa che la parola è la forza che contribuisce a far nascere le convinzioni.
Il Rotariano sa anche che in certi parti del mondo per far nascere questo affiatamento universale è necessario prima operare con delle azioni umanitarie concrete, utili, mirate e adeguate per soddisfare i bisogni primordiali delle popolazioni cui sono rivolte. Quindi, Rotary significa vivere la molteplicità e la diversità delle azioni, per moltiplicare e diversificare i modi d’approccio e di affiatamento. Ma, soprattutto, non è e non può essere il quieto vivere, il tranquillo fare le fusa: i Rotariani non possono comportarsi come dei vecchi reduci al convegno annuale, dove si gioisce del ritrovarsi, si parla dei bei tempi passati, ci si lancia in inutili diatribe sul sesso degli angeli, si fa dell’autocompiacimento e dell’ammirazione reciproca. Questo è un Rotary sterile dove sotto il nobile vessillo con la ruota ci si riunisce solo per abitudine, per ammazzare il tempo, per ciarlare fra amici di tutto e di niente.
Paul Harris ammonisce:
“Se un giorno, il Rotary dovesse cessare di essere un progetto e una responsabilità e si riducesse ad essere un semplice circolo ricreativo o un passatempo, non sarà più di nessuna utilità per nessuno e cesserà, quindi, la sua ragione di essere.
Ogni Rotariano partecipa all’azione secondo le proprie forze e capacità, dando spontaneo ed entusiastico sostegno al suo Club e al Rotary, rispondendo all'impegno che, volontariamente si è assunto accettando di farne parte: impegno che non può essere rinnegato finché rimarrà nel Rotary; e finché rimane nel Rotary deve sempre portare il distintivo, anche in senso metaforico, senza timore né vergogna; deve sempre far conoscere, o quantomeno mai nascondere, di essere Rotariano.
Rimanere Rotariani
Nel Rotary si entra e ci si rimane solo volontariamente e se ne può uscire senza traumi nel caso ci si rendesse conto che rimanervi non fa più al caso proprio o che, pur apprezzando l'iniziativa rotariana non si e più in grado, per varie e rispettabili motivazioni, di dare la collaborazione spontanea, entusiastica ed indispensabile richiesta. L'amico che si ritira nonostante gli sforzi profusi dagli altri amici per trattenerlo, l'amico che decide di non essere più Rotariano, con grande dispiacere di chi rimane, resterà sempre un amico. Dispiacere perché ogni rinuncia è comunque una sconfitta: sconfitta di chi lascia e sconfitta del Club.
Chi decide di rimanere nel Rotary deve sviluppare il sentimento dell'amicizia in modo globale: non si é amico solo del socio che ci ha presentato, non si devono evitare gli anziani perché si é giovani, né i giovani perché si é più anziani. Non si esclude dall’amicizia il concorrente professionale o chi la pensa diversamente di politica o di religione. Nel Rotary si è tutti amici e tutti in ugual modo. Non ci sono Rotariani di serie A e di serie B, né riguardo al ceto, né riguardo alla professione e tanto meno riguardo all'età. Primus inter pares, così è ogni Rotariano in seno al Rotary; ecco perché nei Club è invalsa l'abitudine del “tu” anche con persone più anziane. È un “tu” rispettoso, come usano gli anglosassoni. Amicizia significa anche tolleranza verso chi, nel Club, ha altre convinzioni, significa evitare la litigiosità e l’eccessiva suscettibilità, significa non aggrapparsi ai codicilli per far valere le proprie ragioni, significa non scrivere sgradevoli lettere raccomandate, significa non sentirsi offesi se, in caso di nomine, è stato preferito qualcun altro, ma non significa nemmeno intrigare per scavalcare qualcun altro: insomma amicizia significa evitare tutto ciò che può inutilmente e sterilmente deteriorare il clima costruttivo del Club, anche quando le cose non vanno come dovrebbero o come si vorrebbe. Non bisogna mai perdere di vista che il Rotary non è potere, ma servizio: anche le cariche sono un modo per servire (non per servirsi) e non devono mai diventare un modo per apparire e per appagare una mal interpretata e assurda ambizione. Per principio, nel Rotary, fin dall’inizio della nostra appartenenza, si è sempre stati chiamati a servire e così deve essere per tutta la durata della nostra vita rotariana.
Per tutti gli incarichi e i mandati si deve attendere di essere chiamati a servire.
Allora la nostra divisa Servire al di sopra di ogni interesse personale, sarà pienamente ossequiata e noi saremo pronti a Diventare veri Rotariani, a esserlo sempre meglio e a rimanerlo per sempre
Perché Il Rotary è Condivisione.
Sono stato invitato ad esporre qualche mia riflessione sul come diventare ed essere e rimanere Rotariani. Invito che ho accolto con molto piacere perché mi permette anche di tentare una mia interpretazione del tema del Presidente Internazionale 2007-08, Wilkinson: Condividere il Rotary, ovvero essere dei veri Rotariani.
Diventare Rotariani
Qualcuno, una volta, mi ha posto la domanda: Rotariani si nasce o si diventa?
Beh…certamente non si nasce…...su 6,3 miliardi di esseri umani, solo 1,250 milioni – ovvero lo 0,02% - sono rotariani: sarebbero veramente dei super eletti, degli unti del Signore…no, diciamo che Rotariani si può diventare con un minimo di predisposizione.
Noi tutti abbiamo cominciato o cominciamo la nostra carriera di Rotariano come quelli che io, con un neologismo, chiamo i “Rotarabili”.
Il “Rotarabile” è quel HOMO SAPIENS ERECTUS VULGARIS, possibile futuro Rotariano, di solito profano in materia rotariana, che è in inconsapevole attesa di essere scoperto. Dopo essere stato avvicinato, lo si informa molto brevemente e superficialmente sul Rotary ma con il solo scopo di convincerlo e di abbattere le sue ultime naturali resistenze, per cui, soprattutto, lo si tranquillizza sugli impegni che lo aspettano, sull’obbligo di presenza e sugli altri doveri, e si fa leva sui possibili vantaggi, magari professionali, che gliene potrebbero derivare..
Raramente il “Rotarabile” è uno che ha chiesto lui di poter entrare nel Rotary: spesso è un parente o un amico di un Rotariano, perciò del Rotary conosce solo il sentito dire.
Nella maggior parte dei casi vede il Rotary come una loggia di maturi personaggi influenti, che si riuniscono per parlare di affari e di politica, alla quale è comunque prestigioso e utile poter far parte. In realtà, l’unico, reale e determinante criterio di scelta dovrebbe essere la sua rispettabilità, la sua reputazione personale e professionale, la buona immagine pubblica che gode nel settore di sua competenza e nella sua specializzazione.
Poi, un bel giorno, dopo tutti i passaggi statutari prescritti, è ammesso a far parte del Club.
Dopo le reciproche accettazioni, dopo aver fissato la data dell’ammissione ufficiale…arriva il momento magico: durante una riunione statutaria del Club, il “Rotarabile” - con la solenne appuntatura della rotellina rotariana sul bavero della sua giacca – viene battezzato e diventa
“HOMO SAPIENS ERECTUS ROTARIENSIS”
Ma, in realtà, che cosa è concretamente cambiato, che cosa sa ora, più di prima, il neo Rotariano?
- sul Club,
- sul Distretto,
- e, più ancora, sul Rotary International?
Ben poco e, nella maggior parte dei casi pressoché nulla!
Essere Rotariani
Per potersi nuovamente trasformare, ma questa volta da semplice socio di un Club a vero Rotariano egli dovrà davvero e subito essere formato e informato e lui stesso dovrà farsi un dovere di formarsi e informarsi perché ora fa parte di un grande alveare nel quale anche lui dovrà darsi da fare…azioni, progetti, futuro membro e presidente di commissioni, futuro tesoriere, futuro segretario, futuro presidente di Club…ecc,
Nessuno deve sentirsi tenuto ad accettare l’invito a diventare Rotariano…ma prima di accogliere l’invito bisogna rendersi ben conto delle implicazioni che una simile scelta comporta…dopo di che si può decidere con consapevolezza.
Come prima cosa, il neo Rotariano dovrà rivedere tutte le immagini distorte sul Rotary che si é portato dietro prima di entrare e chiedersi, ma, in realtà, il vero Rotary che cos’è?
I Rotariani, infatti, devono assolutamente conoscere a fondo il Rotary - quello che c’é tra loro e attorno a loro. È il primo dovere per tutti: conoscere e far conoscere ciò che realmente siamo e facciamo! Un buon Rotariano deve saper collocare correttamente il Rotary nel suo ben definito spazio culturale e sociale. Da un lato ci sono le associazioni e le istituzioni umanitarie o culturali nazionali o mondiali che hanno funzioni importantissime e ben precise, come il WWF, Amnesty International, la Croce Rossa Internazionale, l'UNICEF, ecc.
Dall'altro c’è tutta l’infinita collana di circoli bianchi, rossi, gialli e verdi, sparsi su tutto il pianeta che, con diverse modalità, assolvono egregiamente compiti di beneficenza, di formazione culturale, di aggregazione sociale. Il Rotary non appartiene né all'uno né all'altro di questi gruppi e, tuttavia, nel Rotary c’è anche un po’ di tutto questo. Il Rotary non raccoglie soldi per distribuire soldi. Il Rotary è, in primo luogo, Progetti, perché dispone di un altissimo patrimonio di competenze professionali. Il Rotary è un Club di servizio internazionale costruito su uno schema di cultura occidentale e su una concezione politica, economica, professionale e confessionale Libera, ma attenta all'interesse collettivo e quindi anche Sociale e promotrice dell'uguaglianza dei diritti e dei doveri dell'uomo e, perciò, Democratica. I Club non hanno risorse economiche particolarmente elevate, ma sono ricchissimi di risorse umane con un elevato tasso di competenze e conoscenze professionali e un elevato potenziale di capacità di servizio. L’effetto di aggregazione - sotto il marchio Rotary - moltiplica queste risorse individuali, trasformandole in risorse di gruppo che si diffondono sull’intero pianeta.
Diventare Rotariani significa diventare cittadino del mondo.
Siccome l’impegno rotariano è volto a favorire il miglioramento della qualità di vita nel mondo, ogni azione del Club, piccola o grande che sia, è un rivolo d’acqua che va ad alimentare il mare della solidarietà ed è un passo in avanti verso un mondo migliore.
Le fonti d’energia vitali del Rotary sono la perseveranza e la tenacia, caratteristiche del motore rotariano e meccanismo con effetto moltiplicatore, grazie al nostro numero e alla nostra ubiquità: effetto moltiplicatore che ha consentito e consente – soprattutto attraverso la NOSTRA Fondazione Rotary - di condurre a felice compimento molti importanti e ambiziosi sogni planetari (pensiamo a PolioPlus!). Il Rotary esiste solo se c’é azione e i Club esistono solo se agiscono.
Ricordo l’affermazione di Paul Harris:
“Ciò che il Rotary riuscirà a compiere è la misura del nostro impegno”
Un Rotariano è veramente tale se ha nel suo DNA, l’ideale del servire o, meglio, come io preferisco dire, il privilegio del servire.
- Servire nel proprio ambiente
-Servire nel resto del mondo
L’ideale del servire, formula chiave degli scopi del Rotary, si manifesta attraverso uno spontaneo atteggiamento premuroso e una disponibilità permanente del Rotariano.
Un grande Presidente Internazionale, mi insegnò, alcuni anni fa, che nel Rotary si può dire di NO una sola volta: quando si è richiesti di farne parte…poi non è più consentito…ad ogni sollecitazione si deve rispondere “PRESENTE”.
È questa la predisposizione per diventare Rotariani cui ho accennato all’inizio.
Essere Rotariani significa, però ovviamente anche dei doveri, che inevitabilmente si accompagnano a delle responsabilità, come quella di
- assumere cariche, compiti e incarichi
- contribuire a individuare nuovi soci di qualità.
- partecipare assiduamente alle riunioni settimanali per integrarsi nel Club, per ampliare le proprie conoscenze sul Rotary, per coltivare l’amicizia.
- partecipare anche alle riunioni distrettuali e a quelle del RI, che consentono di allargare la propria rete di amicizie, di conoscere più da vicino il Rotary, di confrontarsi con Rotariani di altre regioni, di respirare l’aria d’internazionalità del Rotary.
Certo! Tutto il tempo consacrato al Rotary è tempo sottratto alla famiglia, alla vita privata e, talvolta anche a quella professionale. É, quindi, molto importante che i familiari condividano il Rotary, che siano coinvolti nella vita del Club, che ne respirino l’aria, che ne diventino complici, in modo che il Rotary diventi così, poco a poco, un po’un affare di famiglia.
Diventare Rotariani è un investimento da condividere con la famiglia.
Anche la moglie, rispettivamente il marito, dei deve potersi sentire un po’ Rotariano.
Il Rotary è internazionale, lo sappiamo tutti, è scritto sul distintivo che portiamo al bavero….ma come e perché lo é?
Molti Rotariani sono abbarbicati al loro Club come un’ostrica alla roccia. Il loro cuore non si dilata oltre le dimensioni di questo Club, ciò è molto riduttivo e autopunitivo. Per contro ci sono molti Rotariani che si spostano e vanno ad assaporare negli altri Club la gratificante sensazione che si prova come Rotariano a sentirsi a casa propria dovunque. Ma il Rotary è internazionale anche – anzi direi soprattutto - perché nella sua percezione le nazioni svaniscono a vantaggio dei continenti e i continenti a vantaggio dell’universalità e perché con la sua azione anticipa i tempi, purtroppo ancora non molto vicini, di un’umanità più unita. Il Rotariano deve percepire che insieme con i Rotariani che lo hanno preceduto e con quelli che seguiranno sta forgiando lo strumento che potrà contribuire a instaurare un mondo migliore, dove tutti possano vivere con dignità. C’è un aspetto del Rotary che a me impressiona e affascina sempre in modo particolare e che si percepisce, soprattutto, partecipando ai grandi Convegni internazionali (forse ve ne avevo già accennato in altra occasione): il Rotary è un capolavoro di equilibri. È riuscito, infatti, a creare un’impostazione, un linguaggio, una scala di valori condivisi da tutti i credi: induisti, scintoisti, taoisti, mussulmani, cattolici, anglicani, protestanti, mormoni, ortodossi, buddisti, animisti e atei e condivisi da tutte le etnie e da tutti i popoli liberi del pianeta. Da nord a sud e da oriente a occidente. [sono ancora solo 9 i Paesi senza Rotary: Cina (per ora solo a Hong Kong), Corea del nord, Cuba, Iraq, Iran, Laos, Libia, Somalia, Vietnam]. Per Cina e Cuba si sta lavorando per riuscire a far penetrare il Rotary. È sorprendente e, nel contempo, affascinante e intrigante vedere come tutte queste apparentemente insanabili “differenze” riescano a condividerne i valori, gli obiettivi e le visioni; come sia relativamente facile trovare una piattaforma comune di dialogo e di reciproco rispetto. Il Rotariano è, per sua natura, uomo d’azione, ma conosce anche il valore e la necessità di avere delle visioni, sa che l’esempio non è il modo migliore per trascinare gli altri, ma l’unico e sa che la parola è la forza che contribuisce a far nascere le convinzioni.
Il Rotariano sa anche che in certi parti del mondo per far nascere questo affiatamento universale è necessario prima operare con delle azioni umanitarie concrete, utili, mirate e adeguate per soddisfare i bisogni primordiali delle popolazioni cui sono rivolte. Quindi, Rotary significa vivere la molteplicità e la diversità delle azioni, per moltiplicare e diversificare i modi d’approccio e di affiatamento. Ma, soprattutto, non è e non può essere il quieto vivere, il tranquillo fare le fusa: i Rotariani non possono comportarsi come dei vecchi reduci al convegno annuale, dove si gioisce del ritrovarsi, si parla dei bei tempi passati, ci si lancia in inutili diatribe sul sesso degli angeli, si fa dell’autocompiacimento e dell’ammirazione reciproca. Questo è un Rotary sterile dove sotto il nobile vessillo con la ruota ci si riunisce solo per abitudine, per ammazzare il tempo, per ciarlare fra amici di tutto e di niente.
Paul Harris ammonisce:
“Se un giorno, il Rotary dovesse cessare di essere un progetto e una responsabilità e si riducesse ad essere un semplice circolo ricreativo o un passatempo, non sarà più di nessuna utilità per nessuno e cesserà, quindi, la sua ragione di essere.
Ogni Rotariano partecipa all’azione secondo le proprie forze e capacità, dando spontaneo ed entusiastico sostegno al suo Club e al Rotary, rispondendo all'impegno che, volontariamente si è assunto accettando di farne parte: impegno che non può essere rinnegato finché rimarrà nel Rotary; e finché rimane nel Rotary deve sempre portare il distintivo, anche in senso metaforico, senza timore né vergogna; deve sempre far conoscere, o quantomeno mai nascondere, di essere Rotariano.
Rimanere Rotariani
Nel Rotary si entra e ci si rimane solo volontariamente e se ne può uscire senza traumi nel caso ci si rendesse conto che rimanervi non fa più al caso proprio o che, pur apprezzando l'iniziativa rotariana non si e più in grado, per varie e rispettabili motivazioni, di dare la collaborazione spontanea, entusiastica ed indispensabile richiesta. L'amico che si ritira nonostante gli sforzi profusi dagli altri amici per trattenerlo, l'amico che decide di non essere più Rotariano, con grande dispiacere di chi rimane, resterà sempre un amico. Dispiacere perché ogni rinuncia è comunque una sconfitta: sconfitta di chi lascia e sconfitta del Club.
Chi decide di rimanere nel Rotary deve sviluppare il sentimento dell'amicizia in modo globale: non si é amico solo del socio che ci ha presentato, non si devono evitare gli anziani perché si é giovani, né i giovani perché si é più anziani. Non si esclude dall’amicizia il concorrente professionale o chi la pensa diversamente di politica o di religione. Nel Rotary si è tutti amici e tutti in ugual modo. Non ci sono Rotariani di serie A e di serie B, né riguardo al ceto, né riguardo alla professione e tanto meno riguardo all'età. Primus inter pares, così è ogni Rotariano in seno al Rotary; ecco perché nei Club è invalsa l'abitudine del “tu” anche con persone più anziane. È un “tu” rispettoso, come usano gli anglosassoni. Amicizia significa anche tolleranza verso chi, nel Club, ha altre convinzioni, significa evitare la litigiosità e l’eccessiva suscettibilità, significa non aggrapparsi ai codicilli per far valere le proprie ragioni, significa non scrivere sgradevoli lettere raccomandate, significa non sentirsi offesi se, in caso di nomine, è stato preferito qualcun altro, ma non significa nemmeno intrigare per scavalcare qualcun altro: insomma amicizia significa evitare tutto ciò che può inutilmente e sterilmente deteriorare il clima costruttivo del Club, anche quando le cose non vanno come dovrebbero o come si vorrebbe. Non bisogna mai perdere di vista che il Rotary non è potere, ma servizio: anche le cariche sono un modo per servire (non per servirsi) e non devono mai diventare un modo per apparire e per appagare una mal interpretata e assurda ambizione. Per principio, nel Rotary, fin dall’inizio della nostra appartenenza, si è sempre stati chiamati a servire e così deve essere per tutta la durata della nostra vita rotariana.
Per tutti gli incarichi e i mandati si deve attendere di essere chiamati a servire.
Allora la nostra divisa Servire al di sopra di ogni interesse personale, sarà pienamente ossequiata e noi saremo pronti a Diventare veri Rotariani, a esserlo sempre meglio e a rimanerlo per sempre
Perché Il Rotary è Condivisione.
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